Cruciani cresce del 50% e prepara l’opening di un flagship a Milano

Tutto sembra andare a gonfie vele per Cruciani, dopo la sua acquisizione, nel 2021, da parte della holding internazionale Orlean Invest Holding, che ha salvato l’azienda umbra specializzata nel cashmere di lusso dal fallimento. Infatti, se un anno dopo l’operazione il fatturato è raddoppiato, per il 2023 è prevista un’ulteriore crescita del 50%.

Abbiamo rilevato la storia, le professionalità e le maestranze del marchio, un’operazione che ha consentito non solo la salvaguardia di tutti i posti di lavoro, ma anche l’assunzione di nuovi addetti, in un territorio particolare come quello umbro”, spiega Bruno Savio, AD del brand. “Ai dipendenti vanno inoltre aggiunti i laboratori esterni e i piccoli artigiani: il territorio lavora per l’azienda”.


Per riportare la griffe ai fasti del passato, la nuova proprietà ha ricreato all’interno della società figure chiave a livello di gestione commerciale, di prodotto e finanziaria, ma si è anche avvalsa dell’esperienza di risorse professionali vicine alla pensione, rientrate in azienda per tramandare il loro savoir faire.

Oltre ai numeri, a testimoniare il rilancio del brand c’è la recente apertura di uno showroom in via Tortona a Milano, il debutto alla fashion week milanese e uno sviluppo europeo che ha portato l’azienda ha realizzare il 70% del proprio fatturato all’estero. Ora Cruciani mira a espandere la propria presenza anche al di fuori della UE, con un focus particolare su Asia e Stati Uniti.


Ma soprattutto, i primi passi di un nuovo sviluppo retail: “tra febbraio e marzo torneremo a Milano con una vetrina di partenza in Rinascente, mentre il progetto successivo è l’apertura di un flagship store nella capitale della moda”, aggiunge l’AD.


Per continuare a crescere, l’azienda punta sulla collezione donna, reintrodotta con l’AI 2023-24 dopo una lunga assenza e presentata a Pitti Uomo e alla settimana della moda di Milano. Ma anche sull’iconico braccialetto in pizzo macramè “Quadrifoglio”, lanciato nel 2011 e riproposto oggi grazie a una partnership con l’istituto Marangoni di Milano, a legami con squadre di calcio e scuderie automobilistiche e a progetti di charity come quello realizzato recentemente per la Lega del Filo d’Oro.

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